Il volume intende offrire un profilo intellettuale di Roberto Salvini
come interprete della cultura storico artistica non solo italiana, ma
internazionale nei decenni centrali del Novecento. I saggi qui
pubblicati ad opera di amici, allievi e giovani ricercatori delineano la
sua statura di studioso di respiro europeo e l’ampio spettro dei suoi
interessi scientifici centrati sul Medioevo, sul Rinascimento, sull’arte
contemporanea secondo una peculiare metodologia legata alla corrente
critica della Pura Visibilità e all’iconologia. Di formazione crociana
con innesti proprii della cultura germanica che fa capo alla Scuola di
Vienna, Salvini ha apportato nell’insegnamento universitario una
dimensione sovranazionale che si riverbera anche nella sua impegnata
campagna in difesa dei Beni Culturali, come Soprintendente nel periodo
del conflitto bellico e poi come Direttore della Galleria degli Uffizi,
il cui allestimento delle Sale dei Primitivi rimane come uno dei
capolavori della Museografia italiana del dopoguerra.
Salvini ha aperto a molte generazioni di studenti la comprensione della
Storia dell’arte come lingua figurativa impostata su problemi di metodo e
su fondanti dati storici secondo una rigorosa lettura formale e
filologica di cui paradigmatico esempio rimane la monografia su
Wiligelmo.